Il numero 31328
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Anatolia, ottobre 1922. Con il tragico incendio di Smirne e la ritirata dell’esercito greco dal fronte lungo il fiume Sangario, dopo il velleitario sogno di marciare su Ankara, la popolazione greca dell’Asia Minore è lasciata in balia dell’esercito kemalista e di feroci truppe di irregolari. Nella città di Aivalì, di fronte all’isola di Lesbo, il giovane Ilias Mellos è nascosto in casa dai suoi. I turchi rastrellano tutti i maschi dai 18 ai 45 anni. Presto anche Ilias sarà catturato e inviato attraverso marce forzate a piedi nudi verso gli Amelè Taburù, i battaglioni di lavoro all’interno dell’Anatolia. Una cronaca cruda, immediata, priva di giudizi morali o sbavature retoriche, dell’abisso della violenza, della progressiva catabasi di uomini e donne nella disumanità della schiavitù. Pubblicato nella sua prima versione nel 1931 divenne un caso letterario nella Grecia ancora scossa da una tragedia che aveva visto riversarsi sulle isole e sulla terraferma più di un milione di profughi e morire centinaia di migliaia di greci anatolici nel corso di sistematiche violenze e rappresaglie. Scompariva definitivamente la millenaria presenza ellenica in Asia Minore, mentre la vita nei battaglioni di lavoro preannunciava l’inferno concentrazionario della Seconda guerra mondiale. Una dolente e corale testimonianza, un denuncia serrata degli orrori della guerra e dell’odio «questa potenza talmente deificata, ma che si rivela così sterile», tradotta per la prima volta in italiano in occasione del centenario di quella «Catastrofe dell’Asia Minore» che ha segnato la storia e la cultura greca.
Introduzione di Antonia Arslan
Traduzione e postfazione di Francesco Colafemmina
Pagine: 290
Pseudonimo di Ilias Mellos, autore greco nato ad Ayvalik in Asia Minore (1898-1973). Venezis, tra i massimi esponenti della generazione del '30, vive nel 1922 le conseguenze della cosiddetta "Catastrofe dell'Asia Minore", ossia la tragica e violenta fine dell'ellenismo anatolico. Assieme ad oltre un milione di profughi, si trasferirà dopo la drammatica esperienza della prigionia nei campi di lavoro turchi, a Lesbo. Qui comincerà il sodalizio con lo scrittore Stratìs Myrivilis. Negli anni '30 si trasferisce ad Atene, dove diventa impiegato della Banca Nazionale Greca. Autore di una famosa trilogia dedicata allo sradicamento (Il Numero 31328, Tranquillità e Terra Eolica) fu autore di libri di racconti, romanzi, opere teatrali. Fu nominato membro dell'Accademia di Atene nel 1957. Inoltre presiedette il festival cinematografico di Salonicco dal 1963 al 1966. E' considerato fra i massimi narratori greci del Novecento.