Nata nel 1904, figlia unica, famiglia medio-borghese, bionda, minuta e graziosa, Lesley esordì come illustratrice di libri, si sposò venticinquenne con un pubblicitario, scrisse di moda per Harper’s Bazaar e per Vogue, lavorò durante la Seconda guerra mondiale con la fotografa Lee Miller. Divorziatasi, sposò Romain Gary, più giovane di lei di dieci anni e autore, alla fine della guerra, di un libro, L’educazione europea, salutato come il manifesto della resistenza al nazionalsocialismo. Al seguito del Gary diplomatico, Lesley andò prima in Bulgaria e poi negli Stati Uniti, e scrisse il suo primo best seller, The Wilder Shores of Love, e cinquant’anni: la storia di quattro intrepide viaggiatrici dell’Ottocento che darà il via a un binomio donne-viaggi che ancora continua ai nostri giorni. A Los Angeles entrò in contatto con il mondo di Hollywood, fu amica di George Kukor, lavorò a scenografie e sceneggiature. Finito il matrimonio con Gary, continuò a scrivere e a viaggiare, fece di Roquebrune e poi di Garavan, al confine tra Francia e Italia, il suo «nido d’aquila», pubblicò negli anni Sessanta The Sabres of Paradise, lo scontro fra il leader caucasico Shemil e la Russia zarista di Nicola I, e poi Journey in the Mind’s Eye: Fragments of an Autobiography. Gli ultimi suoi libri furono una biografia di Pierre Loti, Portrait of an Escapist, scritto che aveva quasi ottant’anni, e un ritratto-ricordo di Romain Gary, Romain, un regard particulier, che ne aveva quasi novanta. Nel 1994, novantenne, un incendio distrusse completamente il rifugio di Garavan, e lei lo ricostruì pietra su pietra. Morì circondata di onori e di onorificenze, con i suoi libri periodicamente ristampati.