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Tra i pasti. Un appetito per Parigi

20,00 

Nella Parigi novecentesca fra le due guerre sbarca per un anno sabbatico, che contempla l’iscrizione alla Sorbona, il giovane A. J. Liebling. Le sue passioni sono il pugilato, il sesso e la cucina e la capitale francese offre in tutti e tre i campi il meglio che si possa desiderare. La Guide rose presenta una rassegna ragionata dei prezzi e delle prestazioni di tutte le «case chiuse» cittadine; i matches di boxe sono di gran moda, sull’onda degli incontri di Georges Carpentier e di Louis Bay Fall, detto Battle Siki; al ristorante La Perouse, tempio della gastronomia, un pranzo costa cinquanta franchi, l’equivalente di due dollari, niente per chi, come il ragazzo Liebling, arriva da oltreoceano con in tasca i soldi di papà. Ha inizio così l’educazione sentimental-gastronomica di questo ventenne figlio di un immigrato che ha fatto fortuna, ma le cui simpatie vanno più verso il popolo che verso i borghesi. Il Quartiere latino diviene il suo regno, nonché i vicoli e gli slarghi che fanno da cornice al grande mercato di Les Halles. Vermouth cassis, vin de Pays e borgogna, rilllettes, blanquette e brandade de morue si alternano sulla sua tavola, Chez Benoit, Pierre, la Closerie de Lilas, il già citato La Perouse si danno il cambio con bistrots e brasseries dove è il plat du jour a farla da padrone.


Traduzione di Katia Bagnoli
Pagine: 160

Abbott Joseph Liebling

Abbott Joseph Liebling è stato un giornalista americano, corrispondente di guerra dal fronte europeo durante il secondo conflitto mondiale e storica firma per The New Yorker dal 1935 fino alla sua morte (1963). Tre mogli (l’ultima, Jean Stafford, autrice, anche lei curiosamente oggetto di riscoperta in tempi recenti), una vita dedicata alla scrittura e all’approfondimento di temi quali lo sport (pugilato in particolare), la politica e, non ultima, l’enogastronomia, materia alla quale si è dedicato con passione e abnegazione, testimoniate dal valore degli scritti lasciati oltre che dal suo stesso aspetto fisico (malato di gotta, si descriveva “sovrappeso e buon mangiatore”).

Descrizione

“Fra i pasti”, pubblicato ora per la prima volta in italiano, è il resoconto divertito e nostalgico di quegli anni indimenticabili e, come scrive James Salter nella sua smagliante introduzione, «possiede tutte le qualità che Liebling attribuiva ai suoi vini preferiti. Stimola i sensi, schiarisce le idee, dispone favorevolmente verso la vita»… Il risultato finale, nota ancora Salter, «è incredibilmente fresco e merita di stare sul medesimo scaffale di Festa mobile di Ernest Hemingway, con il quale può essere a ragione paragonato». Senza dimenticare La grande bouffe cinematografica di Marco Ferreri, di cui però felicemente resta solo la gioia e non la tragedia di vivere.

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